Laboratori emozionali: L’atto creativo: Anfore e Idrie
Data: 15/06/2023
Chi sono stato io e cosa ho fatto… raccontano i miei mirabili dipinti su Pelikai e su Hydrie. (L. De Crescenzo, sul pittore di Policoro da “I Grandi miti Greci”)
Il genio dell’arte era in me fin dall’infanzia ma al mestiere di vasaio ero destinato e fui mandato a bottega dal mastro ceramista. Lavoravo la creta e forgiavo orci e giare, Hydrie e Pelikai, con maestria e passione
[…]E così, un bel giorno, forgiai un perfetto Hydri di ceramica e sopra raffigurai una scena dello spettacolo teatrale a cui avevo assistito. E fu solo l’inizio.
Cosa era quella rappresentazione? Era utile? Ebbene sì, certo che lo era. A quel tempo la tragedia era il mezzo principale per far conoscere le storie mitologiche in Grecia e nelle sue colonie. Il teatro era maestro, istruzione, conoscenza, patrimonio figurativo delle tragedie greche e dell’arte pittorica dell’epoca. Ecco che la nostra pittura vascolare era legata alle rappresentazioni delle tragedie. Poi ognuno aveva il suo stile, ognuno rappresentava la scena con occhio diverso. Io amavo dipingere le figure a tre quarti frontali e adornava la ceramica con raffigurazioni di greche e di piante. Ho dipinto Medea, Heracle e gli heraclidi, il supplizio di Dirce, l’amore di Pelope e Ippodamia e tante altre scene mitologiche, oggi sparsi nel mondo, ma le tragedie hanno ispirato la mia mano e la mia fantasia. Oh non pensate che la pittura necessitasse della tragedia, no di certo. La pittura è un arte mirabile e intensa che richiede trasporto intimo e ispirazioni, ma il significato è rafforzato ed è più concreto a un osservatore che abbia assistito alla messa in scena.
Il nostro sangue è sin dalle origini, sangue misto. Sangue di relazione, di lotte, di alleanze. I reperti archeologici testimoniano questa relazione e intercultura che ancora ci caratterizza. Le necropoli sono testimonianza di questo. I Morti, i giochi, la commedia, la tragedia. Tutto questo ha voluto rappresentare il famoso pittore di Policoro nelle sue anfore a figure rosse.
Vediamolo all’opera.
Qual è la scintilla della creazione? Come prende forma e come si sviluppa?
L’atto creativo, infatti, per analogia è proprio come la Creazione, quella con la C maiuscola. Consegnare ad un oggetto, a un qualcosa che per sé non sarebbe niente, qualcosa di sé.
Creare è un po’ sinonimo di fondare….dipingere è come fondare una città. La nostra città. Il pittore di Policoro nel suo atto creativo ha fondato per la seconda volta Heraclea.
Come i coloni greci hanno posto la prima pietra per dire al mondo intero la propria forza e la propria cultura, così i pennelli disegnano la consapevolezza delle nostre radici. Creare è la consapevolezza di ciò che ti definisce….e la consapevolezza di essere sulle spalle dei giganti che pennellata dopo pennellata prende forma: dei, eroi, tragedia, commedia. Ecco i nostri giganti.
Il seme trasportato dal vento vaga ininterrottamente finché non giace su di un luogo che dona fiducia.
Piove, c’è il sole ma lui non si muove,
il seme fonda le sue radici sulle piante dei piedi del tempo invidioso.
Piantina, ramoscello, albero severo.
Un soffio.
Un bosco.
Una città. (Ornela Copa, 2B)
E’ possibile vedere qui tutti i lavori.